di Pieremilio Gadda
È auspicabile un intervento del Legislatore che favorisca lo sviluppo di soluzioni di risparmio adatte alle esigenze dei giovani, in una prospettiva di lungo termine». Lo ha detto ieri Andrea Ghidoni, ad e dg di Ubi Pramerica, in una conferenza stampa tenuta in occasione dei primi 15 anni della sgr nata nel 2001 come jv tra Ubi Banca (65%) e Pramerica Financial (35%). Negli Stati Uniti, il mercato dei «Target date fund», fondi costruiti per accompagnare i risparmiatori lungo l’intero ciclo di vita, fino alla pensione, vale già 2.000 miliardi di dollari e rappresenta il 70% dei soldi destinati ai fondi pensione aziendali dai lavoratori Usa (programma 401k).

«In Italia siamo ancora indietro ma crediamo che tale modello dia una buona risposta al bisogno di molti di costruire un piano finanziario per il futuro» – ha dichiarato l’ad – «Stiamo lavorando a nuove soluzioni per avvicinare i giovani al mondo del risparmio». Accanto allo sviluppo dei Target date fund, Ubi Pramerica identifica altri quattro trend secolari destinati a ridisegnare l’asset management: globalizzazione dei portafogli, con clienti sempre meno propensi a investire sul solo mercato italiano e aperti a una maggiore diversificazione internazionale; crescita dirompente delle gestioni passive (negli Usa il 31% delle masse, in Italia solo il 2,6% ma in forte espansione); sviluppo di soluzioni d’investimento «outcome oriented», costruite in funzione di un risultato (ritorno assoluto o riduzione della volatilità) e non per battere la performance di un benchmark; infine, la sempre più marcata concentrazione dell’industria su pochi operatori.

Quanto alla partnership sviluppata con Pramerica Financial, nono gestore di patrimoni al mondo, con asset amministrati superiori a 1.000 miliardi di dollari, Ghidoni ha ricordato i numeri dell’operazione: «Le masse gestite da Ubi Pramerica sono passate dai 6,4 miliardi del 2002 a quasi 47 miliardi di euro. Nello stesso periodo, il numero dei clienti è lievitato da 230 mila a oltre 900 mila unità».
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