di Rosario Murgida – MF DowJones

Se lunedì è stata Deutsche Bank a pesare negativamente sui listini azionari europei, e in particolare sull’andamento del comparto bancario, ieri è toccato alla connazionale Commerzbank finire nell’occhio del ciclone, anche se con ripercussioni di entità inferiori. Il titolo Commerzbank ha perso a Francoforte, sin dalle prime battute, oltre il 2%, penalizzato dalle indiscrezioni lanciate dal quotidiano finanziario Handelsblatt su pesanti tagli dei posti di lavoro e dei dividendi. In particolare la banca punterebbe a tagliare nei prossimi anni fino a 9 mila posti di lavoro e a cancellare, per effetto degli elevati oneri di ristrutturazione, la distribuzione del dividendo già dal 2017 nel quadro di un più ampio programma di taglio dei costi reso necessario dall’attuale contesto di tassi di interesse bassi se non negativi. I tagli dovrebbero essere spalmati in un arco di tempo di diversi anni, fino ad almeno il 2020, ma non sono esclusi licenziamenti di massa.

Se la riduzione della forza lavoro rischia di raggiungere una portata superiore a quanto finora trapelato con il Wall Street Journal, che ha parlato recentemente di almeno 5 mila posti coinvolti, la cancellazione del dividendo rappresenta un’inversione di rotta tale da far tornare la banca agli anni del salvataggio statale. Commerzbank , tornata a remunerare gli azionisti nel 2015, prevedeva un dividendo stabile a 20 centesimi di euro per azione per gli anni successivi.
In attesa che l’amministratore delegato Martin Zielke presenti in settimana le nuove misure di rilancio al consiglio di sorveglianza, rimane il fatto che il comparto bancario tedesco rappresenta l’anello debole di un’economia finora capace di manifestare tutta la sua forza, in particolare sul fronte delle esportazioni.

Lunedì era toccato a Deutsche Bank pagare indiscrezioni e speculazioni di mercato. Nonostante le rassicurazioni sulla solidità patrimoniale e sull’assenza di qualsiasi necessità di aumentare il capitale, magari con l’aiuto dello Stato, il titolo della banca di Francoforte ha raggiunto perfino i minimi storici. I corsi azionari sono stati penalizzati innanzitutto dai timori del mercato sulla possibilità di un mega aumento di capitale per coprire le richieste da 14 miliardi di dollari del Dipartimento di Giustizia degli Usa per chiudere l’indagine sui mutui subprime. Ieri il titolo Deutsche Bank ha archiviato la sessione invariato, grazie anche al commento del Dipartimento di Giustizia Usa che ritiene che gli istituti di credito che collaborano durante le indagini per i mutui subprime possono ridurre la sanzione.

Il titolo Volkswagen ha vissuto invece una giornata difficile alla borsa di Francoforte, dove è stato uno dei peggiori insieme a Lufthansa . Sui corsi azionari della casa automobilistica tedesca hanno pesato le indiscrezioni provenienti dal settore bancario. Il mercato, secondo quanto circola nelle sale operative, teme un’eventuale multa di elevato ammontare comminata al gruppo di Wolfsburg dal Dipartimento di Giustizia Usa per chiudere le indagini penali legate al Dieselgate. Le speculazioni del mercato sono state alimentate da un lancio dell’agenzia Bloomberg, secondo cui il dipartimento sta valutando fino a quanto si può spingere con le sue richieste senza mettere fuori dal mercato la casa automobilistica. L’obiettivo del dipartimento è di raggiungere un accordo prima dell’arrivo a gennaio della nuova amministrazione dopo le presidenziali di novembre. (riproduzione riservata)