Giannini annuncia la modifica dei regolamenti attuativi dei decreti anticrisi. In cambio le assicurazioni continueranno a comprare il debito italiano. Gli interventi di Cimbri, Erbetta, Farina, Rossi e Scarfò
di Luisa Leone 

L’Isvap si muove per tutelare la solidità del settore assicurativo nazionale e al tempo stesso sostenere i corsi dei titoli di stato italiani. Il presidente dell’Autorità di controllo sulle assicurazioni, Giancarlo Giannini, lo ha rivelato ieri nel corso dell’Insurance Day organizzato da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture.

 

Si tratta di un provvedimento relativo alla contabilizzazione dei titoli di stato nei bilanci delle compagnie, che sono tra i maggiori investitori del settore con circa 200 miliardi di asset. Il provvedimento dovrebbe evitare che le pressioni sul debito sovrano italiano incidano impropriamente sui bilanci 2011. Una misura che ha però anche una ricaduta macroeconomica, perché consentirà alle assicurazioni di continuare a investire in Btp. Anzi, nel confronto fra Isvap e aziende questo è un punto sul quale l’autorità di vigilanza starebbe insistendo molto.

La misura è attesa già per la prossima settimana, visto che alcuni Paesi si sono già mossi in questa direzione e altri stanno per farlo. L’intervento prevede una modifica dei regolamenti attuativi dei decreti emanati dal 2008 in poi per permettere alla compagnie di ridurre l’impatto contabile delle minusvalenze su azioni e titoli di stato. «I provvedimenti anticrisi, che vanno avanti da tre anni, hanno finora protetto una parte delle azioni e dei bond, stiamo cercando di trovare il modo di aumentare questa tutela in una situazione eccezionale», ha detto Giannini.

Non solo, la partita è particolarmente delicata in quanto fino ad ora i regolamenti erano stati fatti a bilanci chiusi, e quindi conoscendo gli effetti del provvedimento, mentre questo regolamento interviene in corso d’esercizio. Ma non c’era molta scelta: «Se siamo convinti che il nostro Paese non è nelle condizioni in cui sembra essere in base agli attacchi che vengono portati ai titoli di stato, allora dobbiamo fare il possibile perché prevalgano le esigenze di tutela del merito nel medio periodo, rispetto alle esigenze contabili, in quella che io giudico una fase di svalutazione solo temporanea dei titoli di Stato», ha aggiunto il numero uno dell’Isvap.

 

E lo sforzo dell’Autorità per traghettare le assicurazioni fuori da questa situazione di incontrollabile incertezza del mercato del debito sovrano è naturalmente caldeggiata dalle compagnie. «Speriamo che si concretizzi presto il provvedimento promesso dal presidente Giannini, il settore ne ha bisogno per superare questa situazione eccezionale. Anche se si tratterà di un provvedimento temporaneo l’importante è che sia incisivo», ha esordito Maria Bianca Farina, amministratore delegato di Poste Vita. E il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, ha sottolineato che «l’azione delle compagnie nell’acquisto dei titoli di stato italiani è importante, ma per farlo ancora ci serve un adeguamento dell’impianto regolamentare.

Dobbiamo metterci al passo con gli altri Paesi, che già hanno adottato provvedimenti che inducono a investire prioritariamente in titoli di stato nazionali». Sulle azioni che il governo dovrebbe intraprendere per aiutare lo sviluppo del sistema assicurativo, invece, si è soffermato l’ad di FonSai, Emanuele Erbetta: «Capiamo che in questa situazione è difficile immaginare nuovi interventi, chiediamo tuttavia che si portino a compimento i regolamenti già ampiamente elaborati», come quello sulla definizione dei danni biologici. Anche perché «sono problemi che riguardano il quotidiano di tutti». Ha un po’ rimbrottato l’Autorità, sebbene indirettamente, Fabio Cerchiai: «Le regole devono essere severe ma semplici. E anche l’eccesso di prudenza, per quanto la prudenza sia anche la nostra stella polare, stroppia», ha detto il numero uno dell’Ania. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ad di Poste Vita, che ha lamentato «un costo crescente della vigilanza. È vero che l’obiettivo era la stabilità, ma è innegabile che siano state sottratte risorse al business». Interventi che lasciano trasparire quanto non sia stato facile il dialogo tra Isvap e compagnie in merito al tema della contabilizzazione dei Btp. Come del resto ha osservato lo stesso Giannini parlando di confronto «particolarmente serrato».

 

Una profonda autocritica è venuta poi da Andrea Rossi, ceo e direttore generale diAxa Assicurazioni, e da Alessandro Scarfò, ad e direttore generale di Intesa SanpaoloAssicura. Il primo ha sottolineato che «la sfida odierna per contribuire allo sviluppo del mercato assicurativo risiede nella qualità del servizio al cliente e nella ridefinizione del ruolo dell’agente. In un momento di incertezza e di sfiducia come quello attuale, è fondamentale essere vicino ai clienti con elevati livelli di servizio ed impegni concreti». Scarfò ha invece posto l’accento sulla necessità che siano le compagnie a muovere il primo passo verso gli assicurati nella copertura dei nuovi bisogni di protezione. «Bisogna essere propositivi verso il malessere dei clienti, che spesso avvertono solo in modo confuso le insicurezze legate alla previdenza o alla copertura sanitaria». Senza dimenticare la stretta connessione tra finanza e credito: «Coprirsi dai picchi di rischio per il futuro significa anche avere più libertà nelle strategie d’investimento». (riproduzione riservata)