di Paola Valentini
A maggio è tornata in territorio positivo la raccolta dei fondi comuni e il saldo totale dei flussi dell’industria del risparmio gestito è salito così a 3,17 miliardi di euro dai 2,4 miliardi ottenuti ad aprile. In base ai dati della mappa mensile di Assogestioni, il mese scorso gli aperti hanno ottenuto 2,4 miliardi dopo il rosso per 1 miliardo di aprile.

Il risultato in crescita dei fondi comuni ha compensato la frenata della raccolta delle gestioni di portafoglio, che hanno chiuso maggio con flussi per 805 milioni a fronte dei 3,4 miliardi di aprile a causa del rallentamento delle gestioni istituzionali, passate da 3,4 miliardi a 1 miliardo, mentre le gestioni retail, che ad aprile avevano ottenuto 62 milioni nel mese scorso, sono finite in rosso (-256 milioni). I fondi chiusi invece hanno registrato un rosso per 46 milioni (+16 milioni ad aprile).

Considerando l’effetto combinato della raccolta e della rivalutazione degli asset in portafoglio, l’industria dell’asset management ha archiviato maggio con un patrimonio gestito che è salito al massimo storico di 1.872 miliardi di euro, di cui 856 miliardi (il 45,8%) fanno capo ai fondi aperti, il 2,6% ai fondi chiusi (49,2 miliardi) e il 51,6% alle gestioni di portafoglio (966 miliardi tra gestioni retail per 122,2 miliardi e gestioni istituzionali per 843,8 miliardi).

Sul fronte delle singole catergorie dei fondi aperti, maggio ha confermato la tendenza di aprile con l’eccezione degli azionari: la loro raccolta è finita in rosso (-569 milioni) dopo i 277 milioni del mese precedente. Non è un caso, perché nel corso di maggio le borse sono entrate in tensione in vista del referendum in Gran Bretagna sulla permanenza dell’Ue in corso oggi.

I flessibili sono rimasti la specializzazione più gettonata con 1,7 miliardi dai 2 miliardi di aprile, seguiti dagli obbligazionari a quota 1,3 miliardi a fronte degli 1,2 miliardi del mese precedente.

I flussi dei bilanciati sono passati da 202 a 117 milioni. Segno meno anche per i fondi monetari che con -254 milioni hanno però registrato riscatti ben inferiori rispetto ad aprile (-4,8 miliardi).

E’ intanto rimasta debole la raccolta dei fondi hedge, che hanno chiuso il mese con -2 milioni dopo i 40 milioni di aprile.

Analizzando i flussi per società, il primo gruppo per raccolta netta è Intesa Sanpaolo con 697 milioni grazie all’ottimo risultato di Eurizon Capital (971 milioni), mentre è risultata negativa la raccolta di Fideuram (-274 milioni).

Secondo si piazza Bnp Paribas con 572 milioni, seguito da Poste Italiane (430 milioni) e da Pioneer (Unicredit ) con 413 milioni. In rosso invece il big Generali (-871 milioni) a causa del segno meno delle gestioni di portafoglio istituzionali (-803 milioni). La compagnia segnala che il risultato di raccolta è dovuto ad operazioni infragruppo, e non a deflussi da parte di clienti terzi.

Tra gli altri big quotati, oltre a Poste, Anima ha raccolto 384 milioni, Azimut 185 milioni e Mediolanum 169 milioni.

Infine sul fronte delle società estere attive sul mercato italiano spicca il risultato di Jp Morgan Asset Management con 356 milioni. Maggio è stato invece un altro mese in rosso per Franklin Templeton (-376 milioni), poco sotto la parità Invesco (-33 milioni) e debole ma positiva la raccolta di M&G (32 milioni).
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