di Maria Elisa Scipioni

Sono i numeri a parlare della Cassa di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti che confermano l’effetto positivo delle riforme, messe in campo già a partire dal 2004. Le previsioni sull’andamento della gestione previdenziale per il periodo 2015-2063, presentate con il Bilancio Tecnico lo scorso novembre, certificano lo stato di salute della Cassa.
Analizzando il bilancio si osserva come ci sia stata una crescita degli iscritti del 3,6% rispetto al 2015 passando dai 62.655 iscritti attivi ai 64.921 nel 2015. Altro dato saliente è riferito al trend di crescita delle donne, che si avvicinano alla nuova soglia del 32% (erano il 29% all’inizio del 2010), inoltre, la Cassa si caratterizza per il profilo giovane degli iscritti, il 32% del totale ha un’età inferiore ai 40 anni. Il rapporto iscritti pensionati conferma poi la sostenibilità della Cassa, per il 2015 pari a 9,3.

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Dal 2010 al 2014, invece, il reddito professionale medio netto, desunto dalle statistiche reddituali della Cassa di Previdenza, è aumentato dello 0,8%, passando da 62.164 Euro del 2010 ai 62.666 del 2014.
Il bilancio tecnico conferma quindi gli effetti positivi delle riforme attuate dall’Ente già dal 2004.
Ricordiamo, infatti, il dibattito scaturito nello stesso anno, sfociato con la riforma completa della Cassa che introduceva il sistema contributivo, non rendendo quindi necessario un ulteriore pesante intervento per via della sostenibilità 50ennale richiesta dalla Monti-Fornero.
Tuttavia, altre misure, seppur di minor tenore rispetto ad altre casse di previdenza, hanno più genericamente puntato a realizzare una maggiore adeguatezza ed equità intra ed intergenerazionale, prevedendo:

  • la conferma del contributo integrativo del 4%;
  • il contributo soggettivo minimo, dall’anno 2014, è del 12%. Contestualmente è stata eliminata l’aliquota massima di contribuzione pari al 17% (contribuzione che può quindi arrivare anche al 100% del reddito dichiarato, al netto del massimale disposto che per il 2016 è pari a 173.050 Euro);
  • incremento proporzionale dell’aliquota di computo (contributo soggettivo precedentemente descritto) in riferimento all’elevazione del contributo di finanziamento (cioè della percentuale di contributo in base al volume d’affari ai fini iva, il contributo integrativo). Quest’ultima aliquota viene riconosciuta totalmente o parzialmente (dal 3% al 4%) in funzione di quanto versato (dal 12% al 17% e oltre) e poi computata effettivamente in funzione del rapporto tra l’anzianità totale e l’anzianità contributiva. In sostanza, tanto più il soggetto è contributivo (possiede contributi post 2004) tanto più si vedrà riconoscere una quota aggiuntiva di contributo proporzionalmente al contributo base versato e agli anni post 2004. In pratica un iscritto post 2004 che versa più o pari al 17% di contributo soggettivo si vedrà accreditare un ulteriore 4% nel computo del calcolo dei contributi.

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La Cassa dei Dottori Commercialisti può ritenersi essere tra le più solide. Le proiezioni a lungo termine del bilancio tecnico ne confermano la sostenibilità finanziaria evidenziando il buon andamento della gestione e la crescita del patrimonio, consentendo nel tempo di assorbire eventuali picchi di uscite previdenziali.Quanto fatto già a partire dal 2004 permette pertanto di non alterare la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. Tuttavia, il passaggio al sistema di calcolo contributivo penalizza le nuove generazioni, che raggiungeranno tassi di sostituzione meno favorevoli rispetto ai più anziani. Va tenuto
comunque presente l’incremento dell’aliquota di computo dei contributi soggettivi accreditati nel montante come descritto e, in virtù della Legge LoPresti, quota parte del contributo integrativo è destinato al finanziamento del proprio montante contributivo.
Di seguito la futura pensione di un Dottore Commercialista con un reddito netto di 45.000 Euro (anno 2016) che potrà decidere di abbandonare l’attività di libera professione a partire dal 01/03/2041, anno in cui potrà accedere alla pensione anticipata con un tasso di sostituzione netto pari al 62,30%.

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