di Claudia Cervini

La sensazione è che si protrarrà ancora a lungo l’inchiesta penale a carico dell’ex dominus di Banca Carige , Giovanni Berneschi, e degli altri nove indagati (tra cui compare anche l’ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova, Ferdinando Menconi). L’udienza di ieri si è conclusa con un rinvio a giudizio di tutti gli indagati, accusati a vario titolo nell’ambito della presunta maxi-truffa ai danni dell’istituto, ed è stata aggiornata al 12 maggio.

Nell’udienza svoltasi davanti al gup del Tribunale di Genova, Maria Teresa Rubini, Banca Carige  si è costituita parte civile per danni d’immagine. Allo stesso modo la controllata assicurativa del gruppo ligure si è costituita parte civile per danni patrimoniali nei confronti dell’ex presidente di Banca Carige  e degli altri indagati che avrebbero fatto acquistare dalla compagnia immobili a prezzi gonfiati operando attraverso un’interposizione di schermi societari esteri. Il «gruppo criminale», si legge nell’atto di costituzione, avrebbe «drenato ingenti risorse economiche-patrimoniali» alla compagnia assicurativa portando a un «depauperamento delle casse della società». Su queste basi Vita Nuova, ora guidata dall’amministratore delegato Roberto Laganà, chiederà «l’integrale risarcimento dei danni patrimoniali e non». Gli altri indagati insieme a Berneschi sono la nuora Francesca Amisano, gli imprenditori Sandro Calloni ed Ernesto Cavallini, l’avvocato svizzero Davide Enderlin e il commercialista Andrea Vallebuona, accusato inoltre, insieme ai colleghi Alfredo Averna e Ippolito Giorgi Di Vistarino, di falso aggravato in concorso al notaio Piermaurizio Priori. (riproduzione riservata)