Risultati in forte crescita nel 2015 per Exor, grazie soprattutto alla plusvalenza generata dalla cessione di Cushman & Wakefield. La holding torinese degli Agnelli ha messo a segno un utile netto di 744,5 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 323,1 mln dell’anno precedente.

Ha influito, in particolare, la plusvalenza di 521,3 milioni derivante dalla vendita di C&W. Inoltre il Net Asset Value (Nav) è ammontato a 12,318 miliardi, il 21,2% in più rispetto al 2014. Il patrimonio netto è salito di 2,143 miliardi a 10,138 mld, mentre la posizione finanziaria netta evidenzia un saldo positivo in crescita di 774,3 milioni a 1,336 miliardi.

Per la capogruppo Exor l’utile è balzato a 2,551 miliardi dai 51,8 milioni precedenti grazie a maggiori dividendi per 2,422 mld e alla riduzione degli oneri finanziari netti. Il cda proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario stabile a 0,35 euro ad azione, per un monte totale di 82 milioni. I soci saranno inoltre chiamati a votare un piano di buyback fino a 500 milioni di euro. Anche per il 2016 Exor prevede un risultato positivo.

Nella lettera agli azionisti, il presidente e a.d. John Elkann ha sottolineato che il contributo maggiore è arrivato da Fiat Chrysler, «grazie a un incremento del valore delle proprie azioni del 34,4%». Elkann dopo avere ricordato che il 2015 era iniziato con il piede giusto con la vendita di Cushman & Wakefield, ha rilevato che il processo di acquisizione di PartnerRe «si è dimostrato molto più complicato di quanto avevamo previsto.

Il viaggio è stato accidentato, ma siamo stati in grado di concludere la più grande acquisizione mai realizzata in oltre cento anni di attività della nostra famiglia».

L’altra grande operazione di Exor ha riguardato l’Economist, «una grande società, ben guidata da Chris Stibbs e dal suo team». Elkann farà un «regalo personale» ai figli adolescenti degli azionisti di Exor, donando un anno di abbonamento cartaceo e digitale della rivista.

«Quando ero adolescente», ha confessato, «sono stato molto fortunato ad aver ricevuto un abbonamento all’Economist, che è stato una fonte costante di piacere e di conoscenza».

Un altro passaggio della missiva è riservato alla Ferrari e all’operazione di scorporo che ha portato Exor a detenere il 23,5% della casa di Maranello. Elkann evidenzia la natura «unica» del marchio, alcune caratteristiche della sua clientela, i successi sportivi e la «forte e costante performance finanziaria negli scorsi dieci anni», pur ammettendo l’inatteso impatto della volatilità dei mercati. Infine, l’assemblea di Exor è convocata quest’anno per il 25 maggio al Museo storico dell’Alfa Romeo di Arese, alle porte di Milano.

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