di Vincenzo Giudice

Il mercato delle assicurazioni per i droni è pronto a decollare, grazie al crescente utilizzo privato degli aeromobili a pilotaggio remoto.

Se fino a un paio di anni fa, parlare dei droni significava evocare immagini futuribili o scenari di guerra, negli ultimi 18 mesi le cose sono molto cambiate e la commercializzazione degli strumenti UAV (Unmanned aerial vehicle) a uso civile è cresciuta in maniera esponenziale. In particolare in Italia dove nel solo 2015 sono stati venduti oltre 100 mila pezzi.

Del resto, grazie all’introduzione della categoria sotto i 300 grammi di stazza, le potenzialità di impiego dei droni sono pressoché infinite.

Si va dalle riprese video ad alta qualità per il cinema al turismo, dalla cartografia alla raccolta di dati aerei di diverso genere –inquinamento dell’aria, radiazioni elettromagnetiche, trasporto di camere multispettrali per l’utilizzo in agricoltura- al monitoraggio di aree altrimenti difficilmente accessibili, come zone impervie, strutture colpite da terremoti o altri disastri ambientali, fino ai compiti legati alla sicurezza, alle riprese di eventi o allenamenti sportivi per finire alle indagini peritali.

Insomma, le possibilità sono talmente ampie, da far prevedere un vero e proprio boom anche delle coperture assicurative per aeromobili a pilotaggio remoto.

Una espansione che è già realtà nel Regno Unito dove il gruppo assicurativo JRW ha recentemente lanciato un portale online, in collaborazione con ArgoGlobal (Syndicate 1200 dei Lloyd’s di Londra), chiamato Insure4Drones, che consente l’acquisizione diretta di soluzioni assicurative per i droni. Una iniziativa che ha contribuito ad accendere i riflettori degli assicuratori britannici sulle potenzialità di questo settore.

Le coperture sottoscrivibili online includono la Responsabilità Civile per incidenti a terzi, danni ai droni, alle attrezzature ausiliarie e la RC del datore di lavoro. Inoltre, sono state aggiunte coperture per la violazione della privacy e per il rischio cyber, particolarmente delicato in questo caso in quanto un hacker potrebbe inserirsi nel sistema di controllo di un drone e prenderne il controllo, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso.

Come abbiamo avuto modo di vedere il crescente utilizzo civile dei droni apre buone prospettive per il settore assicurativo italiano, che dovrà tenere in giusto conto la grandissima possibilità di personalizzazione degli UAV. Infatti, un drone per le riprese aeree avrà caratteristiche differenti rispetto a uno destinato alle rilevazioni ambientali, senza contare i più complessi che dotati di due diversi telecomandi vengono pilotati da due persone che si dividono i compiti delle operazioni di volo e delle funzionalità dell’oggetto trasportato (per esempio, riprese fotografiche e/o cinematografiche). Inoltre, i modelli più sofisticati in genere hanno delle caratteristiche di volo decisamente più avanzate rispetto ai loro fratelli minori per utilizzo hobbistico, principalmente per quanto riguarda la distanza da cui è possibile comandare il drone –che può andare da qualche centinaio di metri a diversi chilometri- e, ovviamente, dell’autonomia di volo, da una quindicina di minuti a più di un’ora.

Il mercato assicurativo britannico è sicuramente qualche passo avanti rispetto al nostro sul versante delle coperture per i droni che, secondo James Gadbury, di Prospect Insurance Brokers, società di brokeraggio con sede a Londra e specializzata nelle soluzioni assicurative sofisticate per i droni, è un mercato destinato a una forte crescita in breve tempo, non solo nel Regno Unito.

In un sondaggio realizzato qualche mese fa da The Risk Management Society (RIMS), si poteva leggere che il 40% delle imprese americane avrebbe utilizzato in futuro i droni a fini di business. Se ipotizzassimo una percentuale simile o anche leggermente inferiore per l’Italia possiamo ben immaginare le dimensioni potenziali di questo mercato.

Va infatti ricordato che se si utilizzano per scopi professionali, i droni devono essere assicurati, in quanto i rischi non vanno sottovalutati. Ci ricordiamo tutti la clamorosa caduta di un drone durante una gara di sci di qualche mese fa, a un paio di metri dallo sciatore in gara. Un drone di diversi chili che cade da oltre 10 metri di altezza, può quindi provocare anche danni di una certa entità.

Nel caso di utilizzo professionale dei droni senza copertura assicurativa, la sanzione ammonta a diverse decine di migliaia di euro e prevede la sospensione dell’autorizzazione professionale, mentre al momento non si parla di assicurazioni nell’utilizzo ludico, anche se essendo i rischi molto simili, sarebbe consigliabile una copertura per tutti coloro che utilizzano un drone.