da Parigi Giuseppe Corsentino

Proprio come tanti automobilisti italiani che guidano senza assicurazione. E che da quest’anno si spera di beccare incrociando i database delle compagnie con quelli della Motorizzazione civile e delle telecamere delle autostrade. In Francia sono ancora un passo indietro perché solo ora le autorità si stanno accorgendo che un numero sempre più alto di automobilisti roulant sans assurance, viaggiano senza assicurazione.

E si potrebbe aggiungere: tranquillamente.

La scoperta l’ha fatta il Fonds de garantie des assurances obligatoires de dommages, un fondo di garanzia che rimborsa le vittime degli incidenti stradali quando il responsabile è un non assicurato, istituito nel 1958 con la legge che stabiliva l’obbligatorietà della Rc auto e finanziato in gran parte dalle compagnie e dagli assicurati (con un sovrapprezzo sulla polizza) ma anche dallo stato.

Merito del nuovo presidente del Fondo, Pierre Delmas-Goyon, consigliere di Cassazione, magistrato di lunghissima esperienza (ha presieduto 25 tribunali in tutta la Francia, dalla Normandia alla Provenza), studioso appassionato del diritto, autore di uno studio sulle Sfide della giustizia nel XXI secolo che è stato presentato al parlamento.

Appena arrivato, l’anno scorso, alla guida del Fondo (che ora ha esteso le sue competenze anche ai rimborsi alle vittime del terrorismo), Delmas-Goyon ha fatto quello che ha sempre fatto quando s’insediava in un nuovo tribunale: un report dettagliato sull’attività degli uffici.

Da qui l’amara scoperta che nel 2015 il Fondo ha trattato quasi 29 mila dossier, equivalenti ad altrettanti incidenti non coperti da assicurazione, il 40% in più rispetto al 2010. Ancora più preoccupanti i dati sugli incidenti con morti e feriti: in aumento del 16% nonostante il calo della mortalità sulle strade. E con un balzo impressionante del 10% nel 2015 rispetto all’anno precedente.

«È difficile fare una quantificazione dei danni e soprattutto del numero delle automobili che girano per le strade della Francia senza il bollino dell’assicurazione», ammette ora il direttore generale del Fgao, François Werner, «da quanto emerge dai nostri archivi e dalle nostre rilevazioni le auto senza assicurazioni potrebbero essere 370 mila o 750 mila». Un differenziale troppo alto, quasi inspiegabile se non con una certa arretratezza del sistema Itc del Fondo che finora ha vivacchiato come una qualsiasi entendence burocratica di secondo piano e che ora, invece, si trova in prima linea.

La spiegazione che dà il direttore generale è che gli automobilisti senza assicurazione sono di tre tipi: ci sono i guidatori, diciamo, occasionali, quelli che guidano raramente e che non ritengono quindi conveniente assicurarsi; poi ci sono quelli che magari hanno perso il lavoro e non hanno più i soldi per assicurare la propria vettura e vanno in giro senza la carte grise, il bollo dell’assicurazione che va attaccato al parabrezza come in Italia fino all’anno scorso e, infine, i non-assurés delinquant, gli automobilisti senza patente (perché la polizia gliel’ha ritirata), i criminali, i più pericolosi.

La lotta ai non assicurati si gioca, allora, su diversi fronti e né il Fondo né il ministero dell’interno ha risorse per fare controlli massicci su tutto il parco auto circolante. «Bisognerebbe fare come in Italia e in molti altri paesi europei» riconosce Werner «incrociare le banche dati, costringere le compagnie ad aprire i loro archivi informatici e mettere in rete le migliaia di radar e rilevatori elettronici di velocità». Non dovrebbe essere difficile se ci siamo riusciti anche noi, in Italia. Ma forse, in questo momento, la Francia ha altre priorità.

@pippocorsentino
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