“L’Ivass è tuttora impegnato in un difficile sforzo di ristrutturazione e riconversione” dal vecchio Isvap al nuovo istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, stabilito per legge a inizio 2013.
Lo ha detto Salvatore Rossi, d.g. di Bankitalia e presidente dell’Ivass in un’audizione sulla semplificazione legislativa e amministrativa, aggiungendo che “molti passi sono stati già compiuti, nella organizzazione interna, nelle prassi di scrittura delle regole e di supervisione; cerchiamo di stare al passo con i mutamenti delle norme internazionali, della struttura e del funzionamento del mercato assicurativo”, ha concluso.

 «Va cambiato in profondità il modo di produrre nuove norme», ha detto Rossi.
«Quando si progetta una nuova norma bisogna porsi immediatamente due interrogativi. Se possa produrre effetti indesiderati sul funzionamento dell’economia e dei mercati e se possa essere applicata rapidamente».
Alla prima domanda dovrebbe rispondere un’analisi di impatto. Una pratica seguita con attenzione in Banca d’Italia e all’Ivass, ma ancora poco utilizzata negli enti pubblici italiani. I problemi maggiori si presentano però quando bisogna valutare se la norma possa essere prontamente attuabile. «Molto spesso i provvedimenti di legge nel nostro Paese non trovano concreta applicazione, a causa della mancata, o quantomeno tardiva e incompleta, emanazione dei regolamenti attuativi», ha dichiarato Rossi.
La legge, in genere, rinvia ad atti normativi secondari e fino a che questi non vengono adottati la disciplina è incerta e inefficace. Il fenomeno deriva a volte «dalla difficoltà di comporre conflitti in sede politica, così si rinvia la soluzione alla sede tecnica», ha aggiunto.
L’avvio nel 2012 di un’attività sistematica di monitoraggio dello stato di attuazione delle leggi da parte della presidenza del Consiglio e la pubblicazione online dei risultati rappresenta un importante elemento di novità, ma Rossi suggerisce di introdurre l’obbligo di rendere note le ragioni che rallentano o impediscono l’adozione degli atti nei termini stabiliti, in modo da favorire il controllo diffuso e le sanzioni reputazionali. Inoltre, secondo il direttore generale di Bankitalia andrebbe addirittura previsto un collegamento tra il rispetto dei termini e i premi alle amministrazioni e ai dirigenti. Se le norme sono farraginose e instabili i cittadini e le imprese non possono prevedere le conseguenze delle loro azioni e le iniziative economiche sono frenate. Si diffondono la corruzione e l’economia sommersa, a vantaggio dei disonesti. Non solo. Una legislazione troppo complessa induce incertezze interpretative, favorisce le liti e ingolfa l’amministrazione della giustizia. «Condizioni in cui purtroppo il Paese versa da anni», ha concluso Rossi, per questo la semplificazione non può più essere rimandata.