di Paola Valentini
Nel 2016 la raccolta delle polizze vita ha battuto quella dei fondi. In base ai dati Ania lo scorso anno la nuova produzione di polizze individuali e collettive sulla vita delle compagnie italiane ed extra-Ue ha raggiunto 87 miliardi di euro di premi, seppur in diminuzione del 12,3% rispetto all’anno precedente, quando la variazione annua era stata invece positiva e pari al 5,2%.

I nuovi premi delle sole polizze individuali sono stati di 84,2 mld, il 97% del new business totale, in calo del 12,9% rispetto al 2015, anno in cui l’incremento era stato del 6,6% rispetto al 2014 e l’incidenza pari al 98%.

Nel frattempo, secondo le statistiche di Assogestioni, per l’industria italiana del risparmio gestito l’anno si è chiuso con una raccolta netta di 55 miliardi di euro (rispetto ai 144 miliardi del 2015), di cui 34,5 miliardi confluiti nei fondi aperti a fronte degli 88,2 miliardi ottenuti nel 2015.

Il tutto mentre il mercato dei fondi e delle assicurazioni ripone molte speranze nei Pir, i piani di risparmio a lungo termine appena nati, che vedono in prima fila almeno una decina di sgr impegnate nel lancio di prodotti legati appunto ai nuovi strumenti. Questi danno diritto a un azzeramento delle imposte sui capital gain (26%) se detenuti per almeno cinque anni e a patto di investire una parte nelle quotate non comprese nel Ftse Mib.

Secondo stime del governo i Pir potrebbero mobilitare tra il 2017 e il 2021 una raccolta di 18 miliardi da parte di 360 mila sottoscrittori, di cui 120 mila quest’anno considerando un investimento pro-capite di 15 mila euro (la metà dell’importo massimo investibile ogni anno, 30 mila euro). Anche le compagnie assicurative sono impegnate su questo fronte, sebbene le novità concrete siano arrivate prima dalle sgr perché alcuni fondi di fatto già rispettavano le regole per essere legati ai Pir, prima dell’entrata in vigore, il primo gennaio di quest’anno, della normativa.

Nei Pir ripongono le loro speranza soprattutto le polizze vita unit linked (strumenti del cosiddetto ramo III i cui sottostanti sono gli stessi fondi comuni), dato che nel 2016 questi hanno registrato un netto rallentamento nella raccolta.

Analizzando infatti l’andamento per tipologia di prodotti, emerge che il ramo I, costiuito dalle polizze vita tradizionali legate alle gestioni separate, ha confermato anche nel 2016 il suo ruolo principale, raccogliendo oltre il 70% dell’intera nuova produzione vita. Inoltre, a fronte di un ammontare premi pari a 62,9 mld, il ramo ha registrato, per il secondo anno consecutivo, una diminuzione (-3,8%) rispetto al volume emesso nell’anno precedente, quando la contrazione era stata tuttavia maggiore e pari a -5,3%.

“A tale risultato”, spiega l’Ania, “si è affiancata anche una domanda in deciso calo verso i premi di ramo III di polizze individuali, esclusivamente di tipo unit linked”. Queste, nell’intero 2016, hanno registrato variazioni negative rispetto agli analoghi mesi del 2015, fino a raggiungere un ammontare complessivo di nuovi premi pari a 21 mld, con un decremento del 30%. Di conseguenza l’incidenza del ramo III sull’intera nuova raccolta è stata pari al 24%, sei punti percentuali in meno rispetto a quella osservata nel 2015.
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