RC AUTO

Una corrente di giustizia sta per purificare il pagellino della sinistrosità RC auto

Autore: Ernesto Gallarato
ASSINEWS 283 – febbraio 2017

 

Lo aveva già intuito Eraclito circa cinquecento anni prima di Cristo, quando con il suo aforisma Panta rei volle esprimere la sua convinzione sul fatto che tutto muta ed è in divenire. Facendo salti di secoli si arriva a Galileo, al quale fu attribuita la famosa esclamazione Eppur si muove!, riferita al moto terrestre, quasi uno sfogo ribelle, dopo aver subito l’interrogatorio non proprio amichevole del Tribunale dell’Inquisizione. Sono naturalmente solo due esempi doc della progressiva presa di coscienza, da parte dell’Umanità, che nulla è immobile. Era inevitabile che quest’onda irrefrenabile di saggezza finisse per lambire e poi travolgere anche l’attestato di rischio. Una delle ultime realtà statiche della nostra civiltà.

Da solido a dematerializzato

Come è noto il documento che è destinato a certificare la nostra propensione a causare incidenti alla guida ormai è stato dematerializzato. Non è più un pezzo di carta, ma un’informazione custodita da una banca dati. È vero, il pezzo di carta esiste ancora, ma è solo una sorta di promemoria dei nostri peccati di automobilisti imprudenti. Non serve a nulla nel momento in cui ci accingiamo a stipulare una polizza. Neppure a testimoniare il nostro grado di sinistrosità. A questo fine valgono soltanto le informazioni contenute nella Banca Dati degli attestati di rischio, gestita da ANIA sotto la supervisione di IVASS, che deve obbligatoriamente essere consultata da chi voglia emettere una polizza RC auto. La dematerializzazione non ha tuttavia sino ad ora intaccato la staticità del cosiddetto pagellino dell’automobilista: ancora oggi infatti esso descrive la situazione esistente in un certo momento, ossia sessanta giorni prima della scadenza annuale della polizza. Una specie di istantanea che immortala un preciso istante.

E se accade qualcosa in quei sessanta giorni? Ad esempio se viene pagato un danno causato da quel veicolo? E se un danno viene pagato ancora dopo, in un momento in cui l’assicurato è andato in un’altra compagnia?

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