di Anna Messia
Un contesto economico imprevedibile, con profondi riassetti geopolitici in atto dopo la Brexit, le recenti elezioni Usa e quelle in programma in Europa. Fenomeni che generano paure di un maggiore protezionismo e di un processo di antiglobalizzazione. Il nuovo barometro del rischio 2017, pubblicato da Allianz Global Corporate e Speciality (Agcs), società del gruppo Allianz specializzata nelle grandi imprese, delinea un nuovo anno in cui bisognerà affrontare pericoli finora sconosciuti.

Nell’industria dei servizi finanziari, per esempio, il principale rischio che preoccupa gli operatori e gli addetti ai lavori è quello legato allo sviluppo dei mercati, che può concretizzarsi un una stagnazione ma anche nell’ingresso di nuovi concorrenti che potrebbero avere un effetto dirompente sul settore. Si tratta di una preoccupazione addirittura maggiore di quella legata alle frodi informatiche, che restano comunque la bestia nera del settore finanziario, tanto che la Bank of England ha riconosciuto che i cyber attacks sono uno dei rischi maggiori che il comparto si trova ad affrontare. Ne sanno qualcosa al braccio finanziario della catena di supermarket Tesco, nella quale migliaia di conti sono stati violati con tanto di prelievo di contante. Un fatto che ha costretto a prendere atto della necessità di studiare nuovi metodi per calcolare i rischio. «Le aziende di tutto il mondo si stanno preparando a un anno pieno di incertezze», spiega Chris Fischer Hirs, ceo di Agcs. «Sono preoccupate per i mutamenti imprevedibili nel panorama legale, geopolitico ed economico di tutto il mondo. Stanno emergendo nuovi rischi, oltre a quelli classici di incendio e di catastrofi naturali, dunque è necessario ripensare gli attuali strumenti di monitoraggio e gestione del rischio».

A crescere sono anche i rischi politici e inevitabilmente quelli legati al terrorismo, ma per le aziende la bestia nera per il quinto anno consecutivo resta la possibile interruzione dell’attività, che può dipendere anche da danni immateriali e da rischi intangibili, come appunto gli attacchi informatici, scioperi o attacchi terroristici. L’analisi di Allianz Global Corporate e Speciality, che analizza i dati di un sondaggio condotto tra 1.237 esperti in 55 Paesi, non ha trascurato l’Italia e anche qui il rischio più sentito (per il 36% degli intervistati) resta quello dell’interruzione dell’attività, seguito dal possibile cambiamento dei mercati (30%). E al terzo posto balza agli occhi il rischio di catastrofi naturali. I terremoti verificatesi in Centro Italia nel 2016 hanno sicuramente aumentato la percezione del rischio da parte delle imprese e riacceso la discussione su come migliorare la prevenzione e gestire meglio i rischi in modo da dipendere meno dagli aiuti di Stato, osservano da Allianz . Anche se al momento non ci sono novità di rilievo in grado di dare concretezza alle discussioni e il Paese resta sottoassicurato nel ramo Danni rispetto agli altri principali mercati europei. (riproduzione riservata)
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