di Elena Filippi
Dodici mesi super per il mercato automobilistico italiano. Secondo quanto reso noto dal ministero dei trasporti, il 2016 si è chiuso con una crescita delle immatricolazioni del 15,8% a 1.824.968 unità dopo un mese di dicembre che ha segnato un +13,1% a 124.438 nonostante un giorno lavorativo in meno. Più debole il trend nei trasferimenti di proprietà, che tra gennaio e dicembre si sono fermati a 4.721.576, un lieve incremento del 2,9% rispetto allo stesso periodo 2015 (-5,1% a 397.212 unità a dicembre).

“L’andamento del mercato” nell’anno appena concluso “è stato caratterizzato da una crescita che non ha avuto riscontri nei consumi di altri beni durevoli”, ha commentato l’Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, citando due elementi ritenuti decisivi: le azioni commerciali dei singoli gruppi automobilistici e gli incentivi fiscali. Nel dettaglio, nei primi sei mesi dell’anno le iniziative dei singoli produttori hanno determinato una spinta nel canale privati, mentre nella seconda metà il superammortamento e la nuova Sabatini hanno determinato un impulso sulle vendite a società, “anche con un certo anticipo della domanda di auto aziendali, che non sono beni strumentali in vista dell’esclusione del beneficio del superammortamento per il 2017”.

Guardando ai canali di vendita i dati hanno evidenziato la debolezza dei consumi dei privati che, nonostante una crescita dei volumi complessiva nei 12 mesi del 13% (+8,3% a dicembre), complice l’effetto channel mix, hanno visto la propria quota di mercato scendere al 61,8% del totale, ottenendo il record negativo come la porzione più bassa di sempre.

In spolvero le immatricolazioni a società con un +27,7% da gennaio 2016 (+40,2% a dicembre) e una fetta di mercato che sale di 1,7 punti percentuali al 18,4% del totale, mentre il noleggio ha messo a segno un +16,6% con una quota confermata al 19,8%.

Anche quest’anno, ha affermato Massimo Nordio, presidente dell’associazione, “il settore automotive ha portato un contributo determinante ai consumi interni e al recupero, seppur ancora lento, dell’economia nazionale. Nell’intero 2016, infatti, il fatturato generato dal settore è stato di 36,9 miliardi di euro, con un incasso di Iva per lo Stato di 6,6 miliardi di euro”.

Guardando al futuro, ha proseguito, per il 2017 “esiste ancora l’opportunità di tenere stimolata una crescita che al momento appare contenuta per il quadro macroeconomico nel quale permangono incertezze, per il confronto con un 2016 di performance robuste e per un certo anticipo di domanda del settore società nel 2016, che si rifletterà negativamente sui primi mesi del 2017, influenzando la domanda totale”. Nel nuovo anno “restano da affrontare la mancanza di un piano strutturato e coordinato per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle grandi città, e il lento procedere del rinnovamento del parco anziano”.

“E’ necessario e urgente infatti”, ha concluso Nordio, “adottare in modo coordinato provvedimenti virtuosi e misure che consentano una consistente e rapida immissione sul mercato di veicoli più ecologici e più sicuri, in modo da poter più facilmente rispettare gli obiettivi fissati dalle normative europee in materia di qualità dell’aria e sicurezza della circolazione”.

Soddisfazione anche da parte del Centro Studi Promotor, secondo cui i dati rappresentano un buon auspicio per l’anno appena iniziato. “Il mercato dell’auto ha chiuso sia dicembre che l’intero 2016 con crescite a due cifre e con ogni probabilità continuerà a crescere anche nel 2017 e nel 2018”, ha specificato il centro di ricerca, sottolineando come si sia ancora al di sotto del 26,8% rispetto al massimo ante-crisi, fatto registrare nel 2007 a quota 2.493.106, e del 16,1% rispetto alla media annua di 2.174.577 immatricolazioni che caratterizzò la precedente fase ciclica che va dal 1993 al 2007.

Secondo il Csp tale gap dovrebbe essere colmato nel 2018, mentre nel 2017 le immatricolazioni dovrebbero attestarsi a quota 2.031.000 unità. Vi sono infatti tutte le condizioni perchè la ripresa del mercato italiano, iniziata timidamente nel 2014 e sviluppatasi poi con tassi a due cifre nel 2015 e nel 2016, prosegua, sia pure con tassi più contenuti di quelli degli ultimi due anni.

I fattori che hanno sostenuto il recupero tra il 2013 e il 2014, ovvero la forte domanda di sostituzione arretrata e del ritorno della fiducia nelle prospettive dell’economia, dovrebbero continuare a operare anche a breve e medio termine. Di fatto, il serbatoio di domanda di sostituzione insoddisfatta dovuta al crollo delle immatricolazioni nella fase più grave della crisi è ancora molto rilevante e la ripresa dell’economia continua, anche se con un tasso di sviluppo decisamente modesto.

Meno ottimista Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, secondo il quale “nel 2017 il mercato potrebbe crescere di un ulteriore +4% circa, portando il totale a 1.900.000 vetture immatricolate. Ma non ci stupiremmo se si verificasse una contrazione”.

In un contesto di forte crescita, ha brillato Fiat Chrysler Automobiles, che negli scorsi 12 mesi ha venduto 528 mila auto, un +18,4% tendenziale (+14,1% a 36.900 a dicembre) per una quota di mercato salita dello 0,6% a 28,94% (+0,3% a 29,65% a dicembre), sui massimi dal 2012. Tutti i marchi del gruppo hanno riportato dati superiori alla media del mercato: Jeep +35%, Alfa Romeo +19,2%, Fiat +17,1% e Lancia +16,5%. Oggi a Piazza Affari il titolo Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso a 8,955 euro, in rialzo del 3,35%.
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