L’ultimo colpo messo a segno è stato l’acquisto di Palazzo Biandrà, la sede storica del Banco Napoli nel cuore di Milano, tra Piazza Cordusio, via dei Mercanti e Via Tommaso Grossi. Un immobile di oltre 13 mila metri quadrati, costruito a inizio novecento dall’architetto Beltrami, affittato tra gli altri a Intesa, a Citigroup e all’Enasarco, che Cattolica Assicurazioni ha deciso di rilevare per 100 milioni di euro.

Una pedina importante nel piano di ricostituzione del patrimonio immobiliare della compagnia di Verona che è pronta a scommettere che questo sia un ottimo momento per riprendere a investire nel mattone. Specie se, come nel caso del gruppo presieduto da Paolo Bedoni, si ha intenzione di investire a lungo termine e soprattutto se non c’è bisogno di richiedere prestiti bancari perché si dispone di liquidità pronta all’uso. «Ci sono ottime occasioni sul mercato», dice a Milano Finanza Salvatore Ciccarello, responsabile degli investimenti immobiliari del gruppo Cattolica. «Sulla scrivania abbiamo diversi dossier interessanti e a breve decideremo se aumentare ancora il peso degli investimenti immobiliari nel gruppo». Perché in effetti, dopo la maxi dismissione del 2005-2006, quando alla guida della compagnia c’era Ezio Paolo Reggia che liquidò sui massimi del mercato circa 350 milioni di investimenti nel mattone, passi importanti verso la ricostituzione di quel patrimonio sono già stati fatti. A fine 2010, per esempio, la compagnia guidata da Giovan Battista Mazzucchelli ha comprato dall’australiana Macquarie il fondo Moi, al cui interno c’era un immobile a pochi passi dalla stazione centrale di Milano di oltre 40 mila metri quadri. Un’operazione da 118 milioni di euro cui si sono aggiunti nei mesi successivi altri acquisti nel mattone. Oggi nel portafoglio di Cattolica ci sono per esempio due residenze sanitarie, e poi quest’anno è arrivata la Tenuta Ca’ Tron, una delle più belle aziende agricole italiane che si trova in una posizione strategica, tra Treviso e Venezia. Un investimento, quest’ultimo, da 76 milioni con il quale la compagnia «vuole stabilizzare il portafoglio considerando che storicamente le proprietà agricole nel lungo termine si sono sempre rivalutate», dice Ciccarello. E poi Ca’ Tron potrebbe anche trasformarsi in qualcosa di diverso, con l’avvio di un progetto culturale-ricettivo che potrebbe coinvolgere H Farm. Si tratta di un Venture Incubator in ambito web, digital e new media che ha diverse sedi nel mondo, da Seattle a Mumbai, oltre a quella italiana che si trova proprio confinanti con Ca’ Tron. H Farm sostiene lo sviluppo di start up che propongono modelli di business innovativi, sia finanziandoli sia affiancando il team. Il cantiere è stato appena avviato considerando che proprio in questi giorni sono stati chiusi i contratti per completare l’acquisto di altri terreni minori che fanno parte della Tenuta. Così, tra investimenti diretti e indiretti, ovvero tramite fondi immobiliari di cui detiene alcune quote (come per esempio il fondo Eracle), Cattolica è tornata a disporre di un patrimonio immobiliare di tutto rispetto, che supera ormai abbondantemente i 500 milioni. L’obiettivo di raggiungere il 5-6% del portafoglio investimenti della compagnia è stato così raggiunto, ma considerando il momento favorevole di mercato Cattolica potrebbe comprare ancora. (riproduzione riservata)

Anna Messia